mercoledì 28 febbraio 2007

7. Dulcis in fundo...

Siamo giunti alla fine. Avete ascoltato un esempio tipico di comicità della nostra epoca, tratto da una radio nazionale. Avete letto esempi di ironia di altri tempi e infine una antologia di frasi latine sagge e famose, alcune delle quali richiamano molto da vicino alcuni modi di dire moderni.
Ora siete invitati a riflettere su caratteristiche ed eventuali analogie e differenze che caratterizzano la comunicazione di tipo ironico di due epoche così distanti l’ una dall’ altra ed esporre oralmente le vostre idee in proposito.
Ci vediamo in classe! Buon lavoro!

sabato 24 febbraio 2007

6. Perle di saggezza popolare


Faber est suae quisque fortunae.
Trad.: Ciascuno è artefice del proprio destino.

Fortes fortuna adiuvat. (Terenzio)
Trad..: La fortuna aiuta gli audaci.

Stultum est queri de adversis, ubi tua culpa est. (Publilio)
Trad..: E’ stolto lamentarsi delle avversità, quando la colpa è tua.

Nihil sine magno vita labore dedit mortalibus. (Orazio)
Trad..: Nulla la vita ha dato agli uomini senza una grande fatica.

Levis est Fortuna; cito reposcit quod dedit. (Publilio)
Trad..: La fortuna è incostante; presto chiede indietro ciò che ha dato.

Est modus in rebus. (Orazio)
Trad..: C’ è una misura in tutte le cose.

Carpe diem! (Orazio)
Trad..: Cogli l’ attimo!

Si vis amari, ama. (Seneca)
Trad..: Ama, se vuoi essere amato!

Manus manum lavat. (Petronio)
Trad..: Una mano lava l’ altra.

Qui invenit amicum, inventi thesaurus.
Trad..: Chi trova un amico, trova un tesoro.

Aut amat aut odit mulier, nihil est tertium. (Publilio)
Trad..: La donna ama o odia, non c’è una terza scelta.

Otium sine litteris mors est et hominis vivi sepoltura. (Seneca)
Trad..: L’ ozio senza studio è morte e sepoltura dell’ uomo vivo.

Instrue praeceptis animum, nec discere cessa;
nam sine doctrina vita est quasi mortis imago.

Disce aliquid; nam cum subito fortuna recessit
ars remanet vitamque hominis non deserit umquam.
(Disthica Catonis)

Trad..: Disponi l’ animo agli insegnamenti e non smettere mai di imparare;
infatti, la vita senza studio è quasi immagine della morte.
Impara qualcosa, perché, quando all’ improvviso la fortuna è venuta meno, l’ arte rimane e non abbandona mai la vita dell’ uomo.

Indovinello...

Pastores te invenerunt
sine manibus collegerunt,
sine foco coxerunt,
sine dentibus comederunt.

Trad.: Dei pastori ti hanno trovato, senza mani ti hanno raccolto, senza fuoco ti hanno cucinato, senza denti ti hanno mangiato.

  • Secondo voi, di che cosa si tratta?

venerdì 23 febbraio 2007

5. Ed ecco Catullo!

Catullo, uno dei più noti poeti latini, scrisse in versi l’ amore per la sua Lesbia, ma scrisse anche carmi dedicati ad altri personaggi con un tono ironico e divertente.

XLIII. ad Ameanam
SALVE, nec minimo puella naso
nec bello pede nec nigris ocellis
nec longis digitis nec ore sicco
nec sane nimis elegante lingua,
decoctoris amica Formiani.
Ten prouincia narrat esse bellam?
Tecum Lesbia nostra comparatur?
O saeclum insapiens et infacetum!

Trad. : “Ad Ameana” - Salve, fanciulla, dal naso non piccolo, dal piede non grazioso, dagli occhi non neri, dalle dita non lunghe, dalla bocca non stretta, dalla parlata non molto elegante, amica del bancarottiere di Formia. E la provincia dice che sei bella? E la mia Lesbia è paragonata a te? O generazione stolta e insulsa!

XIII. ad Fabullum
CENABIS bene, mi Fabulle, apud mepaucis, si tibi di fauent, diebus,si tecum attuleris bonam atque magnamcenam, non sine candida puellaet uino et sale et omnibus cachinnis.Haec si, inquam, attuleris, uenuste noster,cenabis bene; nam tui Catulliplenus sacculus est aranearum.Sed contra accipies meros amoresseu quid suauius elegantiusue est:nam unguentum dabo, quod meae puellaedonarunt Veneres Cupidinesque,quod tu cum olfacies, deos rogabis,totum ut te faciant, Fabulle, nasum.


Trad. : “ A Fabullo” – Fabullo mio, se gli dei ti saranno favorevoli, tra pochi giorni mangerai bene a casa mia, se porterai con te una lauta e abbondante cena, non senza una bella ragazza, il vino, gli scherzi e ogni tipo di divertimento. Se porterai queste cose, dico, mangerai bene; infatti, il borsellino del tuo Catullo è pieno di ragnatele. Ma, in cambio, riceverai un affetto sincero o qualcosa di più gradevole e raffinato: ti darò un unguento, che Venere e gli Amori hanno donato alla mia ragazza, un unguento tale che, quando lo avrai annusato, Fabullo, pregherai gli dei di farti tutto naso.

4. Marziale contro le donne


Epigr. I, 64:
Un famoso proverbio dice: “Chi si loda si imbroda”…

Bella es, novimus, et puella, verum est,
et dives, quis enim potest negare?
Sed cum te nimium, Fabulla, laudas,
nec dives neque bella nec puella es.

Trad.: Sei bella, lo sappiamo, e sei giovane, è vero, e ricca, chi potrebbe negarlo? Ma quando ti lodi eccessivamente, Fabulla, non sei né ricca, né bella, né giovane.

Epigr. V, 43:
Che bei denti!

Thais habet nigros, niveos Laecania dentes.
Quae ratio est? Emptos haec habet, illa suos!

Trad. : Taide ha i denti neri, Lecania li ha bianchi. Qual è il motivo di ciò? Questa ha denti comprati, quella ha i suoi!

giovedì 22 febbraio 2007

3. Marziale contro gli uomini


Epigr. III, 12:
Solo profumo senza arrosto…
E’ capitato ai commensali invitati a cena da Fabullo , che, secondo la consuetudine, ha offerto loro un’ ampolla contenente un unguento profumato, ma solamente quello…

Unguentum, fateor, bonum dedisti
convivis here, sed nihil scidisti.
Res salsa est bene olere et esaurire.
Qui non cenat et unguitur, Fabulle,
hic vere mihi mortuus videtur.

Trad.: Lo ammetto, ieri ai tuoi commensali ai dato un buon profumo, ma non hai tagliato niente (da mangiare). E’ ridicolo essere ben profumati e morire di fame. Colui che non cena, Fabullo, costui veramente mi sembra un morto!

Epigr. IV, 36:
Olo ha, stranamente, la barba bianca e i capelli neri…

Cana est barba tibi, nigra est coma: tinguere barbam
non potes – haec causa est – et potes, Ole, comam.

Trad. : La tua barba è bianca, i capelli sono neri. Il motivo è questo, Olo: non puoi tingere la barba, ma puoi tingere i capelli.

mercoledì 21 febbraio 2007

2. Tanto per cominciare...

Iniziamo a sorridere con gli epigrammi di Marziale, poeta che ritrae con sarcasmo divertenti scene di vita quotidiana del suo tempo.

Epigr. V, 9:
Un famoso medico visita gli ammalati con un gran seguito di allievi, che ripetono tutti, scrupolosamente i suoi gesti, ma…

Languebam: sed tu comitatus protinus ad me
Venisti centum, Symmache, discipulis.
Centum me tetigere manus aquilone gelatae:
non habui febrem, Symmache, nunc habeo.

Trad.:
Stavo male. Ma tu, Simmaco, sei venuto subito da me accompagnato da cento allievi. Mi hanno toccato cento mani gelate dall’ aquilone (un vento): non avevo la febbre, Simmaco, ora ce l’ ho.

Epigr. I, 47:
Non c’ è alcuna differenza tra il primo mestiere di Diaulo e quello attuale…

Nuper erat medicus, nunc est vispillo Diaulus:
quod vispillo facit, fecerat et medicus.

Trad.:
Prima Diaulo era un medico, ora è un becchino: ciò che fa come becchino lo faceva anche come medico.

1. Introduzione

Come ridevano gli antichi Romani? Beh, sicuramente ridevano come noi, ma per battute diverse da quelle per cui noi, oggi, ridiamo.
Questo blog nasce per gli appassionati di cultura e civiltà latina e non solo, per studenti e non solo.
Il suo unico scopo, infatti, è quello di mostrare e condividere con chi lo volesse aspetti poco noti di quella, spesso odiata, disciplina che nelle nostre scuole va sotto il nome di “lingua e letteratura latina”. Molti, anche tra chi ha frequentato un liceo, pensano al latino come ad una disciplina fatta di noiosissime regole grammaticali, di autori fuori dal nostro tempo, una disciplina insomma inutile, una "lingua morta"…
In verità, a scuola bisogna studiare le regole grammaticali e i vari autori ed è anche vero che con il latino non si costruiscono ponti, strade o edifici. Però, lo studio del latino ci permette anche di conoscere aspetti di una cultura e di una civiltà antica, che, sebbene distante dalla nostra, è strettamente legata ad essa.
E poi la cultura latina è fatta anche di immagini o situazioni divertenti e piacevoli, che spesso vengono trascurate, nello studio scolastico, per mancanza di tempo.

Ma come ridiamo noi? Ascoltiamo un esempio di comicità dei nostri giorni collegandoci al link "file audio"...